mercoledì 1 giugno 2011

Rombiciaio

L'amore e la passione per la Natura mi sono state trasmesse da mio padre. Accompagnarlo in foresta quando vi si recava per seguire i lavori era per me una festa ed una fonte di conoscenza. Camminavamo a lungo, se eravamo soli in silenzio quasi totale, poi ci fermavamo ad osservare qualcosa. Certo lui aveva da fare, ma aveva sempre tempo anche per me. Così mi insegnava i nomi delle piante e delle montagne, la vita segreta degli alberi e dei funghi, le proprietà delle erbe del sottobosco. "Vedi - mi disse una volta - le foglie sono le facce della foresta, e come quelle delle persone sono ognuna diversa dall'altra. ed hanno infinite tonalità e variazione di verde. Solo allo sguardo frettoloso le cose dello stesso genere appaiono tutte uguali". Ricordo con immensa nostalgia la prima volta che mi ha portato a Rombiciaio, nella Foresta del Teso. Ai miei occhi di bambino quel bosco ai lati del sentiero pareva immenso ed incantato. Rombiciaio si trova a cavallo di un crinale, laddove lo stesso si raddolcisce a formare un pianoro. I grandi faggi si fanno più radi, ed il suolo è coperto da sempre da un soffice tappeto di basse erbe color verde smeraldo. Quel giorno c'era una distesa sterminata di funghi rossi con i pippi bianchi, come avevo visto in quel libro di fiabe illustrate che mio padre mi leggeva prima di dormire. Negli anni quel posto è per me diventato un magico luogo di potere: ci sono andato quando ero felice e quendo ero triste, ci ho portato le persone più care come dono importante, ho visto il bosco cambiare di anno in anno, ed i faggi divenire sempre più grandi. Le amanite si sono fatte molto rare lassù. E quelle sensazioni della prima volta, non le ho più provate se non nel ricordo. Ma, soprattutto, mi è sempre mancata la presenza di mio padre.

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