mercoledì 31 ottobre 2012

Storie di Alberi: l'Orto Botanico di Pamplemousses

Le Grand Bassin. Sir Seewoosagur Ramgoolam Botanical Garden. Pamplemousses, Mauritius

 
L’Orto Botanico di Pamplemousses si trova nell’isola Mauritius, piccolo lembo di terra che emerge dall’Oceano Indiano poco a nord del Tropico del Capricorno, relativamente vicino alla costa orientale del Madagascar. Il Giardino è situato su di un area pianeggiante nella parte occidentale dell'isola, poco distante dalla capitale Port Louis, in prossimità del piccolo e tranquillo villaggio di Pamplemousses, il cui nome ricorda le coltivazioni di una varietà di pompelmo. Si tratta del più antico Orto Botanico di specie tropicali del mondo: grazie alla sua collezione di piante, indigene ed esotiche, comuni o rare, è considerato il più importante dell’emisfero australe, ed uno tra i primi al mondo. 

Radici di Ficus cordifolia
La storia del giardino inizia nel 1735, con l’acquisto del primo nucleo dell’area da parte di Labourdannais che vi impianta un piccolo giardino. Sarà però la lunga e caparbia opera di Pierre Poivre che determinerà la vera nascita dell’Orto Botanico.

PIERRE POIVRE Busto all'interno del giardino
Pierre Poivre (1719-1786) è una di quelle figure leggendarie che tra il 18° ed il 19° secolo tanto contribuirono alla conoscenza ed alla diffusione delle piante extraeuropee. Francese, aveva studiato teologia a Parigi; instancabile viaggiatore, conobbe la prigionia e diversi naufragi, uno dei quali gli costò l’amputazione della mano destra. Fu uomo poliedrico: missionario, esploratore, botanico, orticultore ed agronomo, divenne anche amministratore coloniale delle isole Mascarene (di cui fa parte Mauritius). In Estremo Oriente fa la sua conoscenza con le spezie, conosce la noce moscata, il chiodo di garofano ed il pepe (che in francese si chiamerà con il suo nome, poivre), e si rende conto dell’immensa ricchezza che il loro commercio garantisce alla Compagnia Olandese delle Indie Orientali, la quale all’epoca ne deteneva il monopolio mondiale. Rientra quindi in Francia, e propone alla Compagnia Francese delle Indie Orientali di coltivare per proprio conto le spezie, in qualche possedimento coloniale francese, e di entrare quindi in quel favoloso mercato. Ottenuto dopo varie peripezie il via libera, nel 1753 sbarca sull’Ile de France, antico nome di Mauritius, portando con se numerosi semi di noce moscata e chiodi di garofano, che impianta nella tenuta di Pamplemousses. Nel 1755, al ritorno da un viaggio dalle Molucche, dove si era recato per procurarsi semi e piante varie, trova la sua prima piantagione di noce moscata distrutta volontariamente, pare per invidia, dall’incaricato della loro cura. Nominato nel 1766 Intendente di Bourbon (l’attuale Réunion) e dell’Ile de France, arriva a Mauritius l’anno successivo, per restarvi ben sei anni. E’ in questo periodo che praticamente inizia la creazione del Jardin de Pamplemousses, trasformando quello che era stato un vivaio di acclimatazione e di studio, in un meraviglioso giardino. Qui introdurrà numerose specie da altri paesi tropicali, tra cui, tanto per citarne alcune, la canfora dalla Cina, l’albero del pane dalle Filippine, il litchi dal Vietnam, la cannella, l’anice stellata, l’avocado dal Brasile, il pepe, alberi da frutto vari, il cacao. Alla sua partenza dall’isola, nel 1772, Poivre rivende al governo reale francese il giardino, che da allora sarà anche conosciuto come Giardino del Re o Giardino Reale. Del giardino verrà quindi incaricato il botanico Jean Nicolas Céré, che consacrerà la sua vita e le sue fortune all’arricchimento delle collezioni botaniche, e sotto la cui direzione il giardino conoscerà la fama a livello mondiale.

Terminalia catappa
Con l’avvento della dominazione britannica (1810), l'orto di  Pamplemousses conoscerà un’epoca di declino, da cui si risolleverà definitivamente a partire dal 1849, sotto la direzione di James Duncan. Questi introdurrà numerose altre specie, tra cui la palma reale, la Terminalia arjuna, nuove varietà di orchidee, di begonie, di azalee, di camelie, di felci e, soprattutto, la bouganville e numerose specie di palme. Realizza inoltre, a partire da un antico stagno, il laghetto conosciuto come Grand Bassin. Nel 1863 pubblica il primo catalogo delle piante del giardino e sotto il suo mandato viene installato il maestoso cancello d’ingresso. Un primo cancello viene rinviato al mittente, poiché giudicato inadeguato, anche se tanto malaccio non doveva essere, visto che oggi cinge il palazzo della Corte Suprema di Port Louis. Il secondo, acquistato per la cifra di 2.000 sterline, è quello giusto, e nel 1862 vincerà addirittura un primo premio nell’esposizione internazionale di Crystal Palace, a Londra. 

Cancello d'ingresso
Tra i successori di Duncan, spicca il nome di John Horne. Nominato capo giardiniere nel 1861, reggerà dal 1869 al 1892 le sorti del giardino, bonificando i tratti acquitrinosi, realizzando nuovi vialetti, continuando l’opera di classificazione ed etichettatura delle piante, ed introducendovi, tra le altre, il caucciù, il mogano ed il palissandro. Dopo l’epidemia di malaria che devastò l’isola nel 1866/1867,  il giardino venne utilizzato anche come vivaio per la produzione di piantine di eucalipto, in accordo con la credenza di allora che questa pianta fosse in grado di debellare la malaria.
Nel 1988 l’orto botanico di Pamplemousses viene dedicato a Sir Seewoosagur Ramgoolam, uno dei padri della patria, leader del movimento indipendentista, nonché primo ministro del  governo mauriziano. Il giardino cambia nome un’altra volta, e diventa il “Sir Seewoosagur Ramgoolam Botanical Garden”.

Le Grand Bassin
Molti dei capi di stato e dei notabili che hanno visitato l’isola, hanno personalmente piantato un alberello a Pamplemousses. La tradizione inizia con la Duchessa di York, che nel 1901 mise a dimora una Araucaria excelsa; nel 1927 fu la volta della Regina Madre d’Inghilterra, e si trattò di altre due araucarie. Indira Gandhi, Francois Mitterrand, Mugabe, la principessa Margaret, hanno lasciato una pianta, in un gesto che mi sembra assai nobile.




La parte di giardino aperta al pubblico si estende su di una superficie di circa 26 ettari, facilmente percorribili grazie alla fitta rete di vialetti. Ci sono spazi a prato, un piccolo suggestivo laghetto centrale (le Grand Bassin), ed alcune vasche piuttosto estese, che ospitano ninfee, loti ed altre specie acquatiche. Al suo interno si trovano anche alcuni edifici, tra cui lo Château de Mon Plaisir, la cui costruzione iniziò nel 1820, ed altri che giacciono in stato di penoso abbandono.
La visita a Pamplemousses è stata assai piacevole: la varietà degli ambienti che si succedono, la vegetazione lussureggiante che a tratti si fa impenetrabile, il romantico laghetto in cui si specchiano essenze dalle forme strane, contribuiscono al fascino del tutto particolare di questo giardino. Le popolazioni locali lo considerano un vero parco urbano, e lo frequentano costantemente; gli indiani, etnia molto numerosa sull’isola, vi si recano per cantare gli inni sacri, accompagnati da armonium e mridangam, e le donne vestite con i loro coloratissimi saree accrescono la già ricca tavolozza dei colori di fiori e piante.
Mogano (Swietenia humilis)
Da un punto di vista botanico, Pamplemousses ospita diverse emergenze alquanto interessanti. Innanzitutto vi si conservano una quarantina di specie della flora endemica dell’arcipelago delle Mascarene. Vi è poi una importante collezione di Palme, circa un centinaio di specie e varietà, provenienti dall’America centrale, dall’Asia e dall’ Africa. Tra di esse la Talipot (Corypha umbraculifera), dalle enormi foglie (possono raggiungere i 6 metri di sviluppo!), originaria di Sri Lanka, la splendida Palma Reale (Roystonea oleracea), cubana, dai fusti perfettamente colonnari, e la bizzarra Palma delle Seychelles (Pandanus utilis), con una raggiera di radici aeree che si dipartono dal fusto regolari come una gonna, a poca distanza dal suolo. La Talipot fiorisce una sola volta nella vita raggiunta l’età di 40-60 anni, producendo ogni pianta qualche milione di piccoli fiori; dopodiché muore. Numerose in tutto il giardino sono le specie di liane e di rampicanti; le spezie hanno una sezione riservata, così come recentemente è stato allestito uno spazio dedicato alle piante medicinali. C’è poi una foresta di bambù gigante, alto fino a 15 metri, e tantissime specie di alberi tropicali.

La vasca delle Victoria amazonica
Personalmente, ciò che più mi ha impressionato è una spettacolare ninfa originaria del Brasile, la Victoria amazonica. A lei è dedicata una grande vasca rettangolare, circondata da alberi, poco lontana dall’ingresso. Le sue foglie circolari, a volte quasi cuoriformi, galleggiano leggiadre sulla superficie dell’acqua, ed hanno dimensioni spettacolari, potendo arrivare a due metri di diametro! I fiori emergono direttamente dall’acqua circostante, e vivono un solo giorno, cambiando colore; sono bianchi quando si aprono, diventano poi rosa, e quindi violetti.

Victoria amazonica
Victoria amazonica
Victoria amazonica con fiore

”Il dono di una pianta utile per me è più prezioso della scoperta di una miniera d’oro, ed un monumento più duraturo delle piramidi”
(Bernardino di St Pierre. Iscrizione sulla Colonna Liénard, Orto Botanico di Pamplemousses)


La "Piovra"

  

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