lunedì 23 settembre 2013

Il Castagno Miraglia


Castagno Miraglia. Camaldoli (Arezzo)

Ad una ventina di minuti a piedi dall’Abbazia di Camaldoli (il comune è quello di Poppi, la provincia Arezzo), raggiungibile per mezzo di un ripido sentiero, si erge questo superbo esemplare di Castagno (Castanea sativa). L’albero campeggia nel mezzo di un ampio pianoro, la località si chiama Metaleto, ed è quasi l’unico superstite di un antico castagneto da frutto, di cui sono ancora visibili le grandi ceppaie morte. Intorno si è fatto il vuoto per una decina di metri, aiutato anche dall’opera dell’uomo, che ha provveduto a cingerlo con uno steccato di pali, ovviamente di castagno. E’ conosciuto come “Castagno Miraglia”, in onore della contessa Elena Mazzarini Miraglia, moglie del commendator Nicola Miraglia, che fu direttore generale del Ministero dell’ Agricoltura alla fine dell’ottocento. Si racconta che la nobildonna avesse fatto mettere un piccolo tavolino e due sedie all’interno della grande cavità interna dell’albero, e che vi trascorresse lunghe ore a ricamare. Il tavolino è rimasto a lungo all’interno della pianta, ed è stato tolto solo al momento della costruzione del recinto. Il Castagno Miraglia ha una circonferenza alla base di circa 12 metri (8,8 ad una altezza da terra di 1,3 metri, laddove si misurano normalmente gli alberi), ed una altezza di quasi 20 metri. Come detto, il tronco presenta un’ampia cavità al suo interno, che si spinge ad un’altezza di una decina di metri. L’età è alquanto incerta, e gli sono attribuiti dai 300 ai 500 anni. La sua chioma è assai rada, formata da pochi rami secondari, sviluppatisi dal vecchio tronco; la pianta non sembra essere molto vigorosa, senz’altro molto meno delle foto di fine ottocento che la ritraggono coperta di denso fogliame. 

Castagno Miraglia.  La base del fusto

Castagno Miraglia. Porzione media del tronco
Castagno Miraglia. Particolare del fusto
Castagno Miraglia. Dentro il fusto