martedì 12 novembre 2013

Sogno di un giorno di inizio Inverno




Esistono dei luoghi incantati laddove a volte, d'improvviso, il tempo si ferma. In effetti il tempo non si muove mai, è il continuo agire della vita a darci la sensazione che passi, è la mente che struttura e divide le esperienze in passate e presenti, che ci fa sognare quelle future. Oggi mi sono ritrovato in un bosco, un antico grande bellissimo bosco, dopo quasi cinquant'anni dall'ultima volta che vi ero entrato. Allora ero un piccolo bambino, guardavo molto lontano, il tempo mi aveva già ingannato. Quelle pendici corte e ripide, coperte di uno spesso manto di foglie di faggio. Ed io su uno slittino, in piena estate,  sdraiato a bocca in giù, e via, scendi e sali, la sana incoscienza dei giorni perduti. Lo penso ora, e tanti ricordi affiorano, ma questo non è importante. Perchè oggi non ho riconosciuto niente, non ricordavo niente, non scorrevano lacrime. La natura era possente, aveva il fiato sospeso, forse una rabbia domata, le alte cime degli alberi confuse con le basse nebbie, quell'immobilità eterna, i giovani alberelli che un giorno prenderanno il posto del Re del Bosco, e di tutta la sua corte. I miei alberelli di allora sono enormi, ma non li riconosco. E' un solo grande corpo mistico, che cambia continuamente, rimanendo sempre uguale a se stesso. Io non mi sono mai mosso da qui. Ho radici vere, saldamente piantate in questa terra, che si spingono sempre più a fondo, ad esplorare le profondità del mistero. Come un Faggio, nudo di foglie e con il tronco mutato dalla pioggia, come un altissimo frondoso Abete, che mi ripara dalla pioggia. Una sensazione stupenda e terribile, ispiegabile ed incomprensibile. Di avere tanto camminato, su tante strade del mondo sconfinato, senza essermi mai mosso veramente da questo luogo, che tanto conosce di me e dei miei sogni. Perchè, in effetti, il tempo non si muove mai.

Arnolfo Bandarello