Larice in estate. Parco del Gran Paradiso |
Un tempo lontano, sull'altopiano del Lastoi de Formin, nei pressi di Cortina, vivevano le Ondine, abitatrici di fiumi e boschi. La loro Regina si chiamava Merisana ed il suo regno si estendeva dal monte Cristallo fino alla montagne azzurre dei Duranni. Merisana era bellissima ma, nonostante possedesse tutto ciò che si può desiderare, era infelice al pensiero della sofferenza che opprimeva troppe creature di questa terra. Un giorno il Re dei Raggi, passando per quei luoghi, vide Merisana e se ne innamorò subito, e dopo solo sette giorni le chiese di sposarlo. La fanciulla acconsentì alle nozze, a condizione che il Re donasse la felicità a tutti gli esseri viventi: non doveva essere più abbattuto nè un singolo albero, nè ucciso un solo animale, e nessuno, uomo donna o bambino, si sarebbe più dovuto lamentare a causa della sofferenza.
Il Re dei Raggi si consultò con i suoi saggi consiglieri, i quali gli risposero che la cosa non era fattibile, e questo riferì alla Regina. Lei chiese allora che almeno nel giorno delle sue nozze, tutti sulla Terra potessero essere felici. Ma neanche questo desiderio appariva realizzabile. Merisana, alquanto rattristata, si rassegnò a limitare ancora la sua richiesta: "Mezzogiorno è l'ora che più mi piace. Ci sposeremo a mezzogiorno, ed almeno per un ora tutti saranno felici: uomini ed animali, alberi e fiori"
Il Re non poteva chiedere di più, così mandò notizia a uomini, animali, alberi e
fiori che il giorno dopo ci sarebbero state le nozze e che ogni pena sarebbe stata alleviata. Tutti si rallegrarono e per
gratitudine le piante fecero sbocciare i fiori più belli, e gli uomini e gli animali li
raccolsero per portarli a lei. I fiori e le fronde furono così tanti che non si
sapeva più dove metterli; allora due nani della montagna li raccolsero e ne fecero un
albero. Fu così che nacque il Larice. L’albero non era però vitale in questa forma, così Merisana si tolse il velo da sposa, di un tessuto fine color verde acqua, e con esso avvolse l'albero, il quale iniziò subito ad attecchire al suolo e ad inverdire.
Tutti si meravigliarono di quell'albero, ed in effetti il Larice è il più strano tra tutti gli alberi. Pur essendo una conifera, in autunno i suoi aghi ingialliscono e cadono come le foglie delle latifoglie. Ciò dipende dal fatto che il Larice è stato creato con i rami ed i fiori di tante piante diverse. Quando a primavera si risveglia, si può ancora vedere il leggero velo da sposa di Merisana attorno ai suoi rami, coperti di teneri e sottili aghi.
Leggenda delle Dolomiti
Leggenda delle Dolomiti
Larice in inverno. Sestriere |