Quando ero bambino, nei vicoli del centro della mia città c'era un bel vecchietto che suonava il mandolino. Me lo ricordo nelle sere d'inverno, seduto su di una bassa sedia pieghevole di asticelle di faggio, vestito con un consunto cappotto spigato troppo grande per la sua minuscola figura, e con un cappello di lana dalla corta tesa. La barba sempre a mezzo tiro, e la faccia marcata dall'assenza di denti, tant' è che terminato il suo "lavoro", si recava a cenare in quella vecchia latteria sulla Sala, oramai scomparsa, inzuppando un cornetto in una grande tazza di latte. Davanti a lui la custodia aperta del mandolino, a raccogliere la generosità della gente. Mio padre, che ben conosceva la povertà e si preoccupava sempre delle difficoltà degli altri, era solito deporvi una moneta tutte le volte che lo incontravamo. Il suonatore ringraziava con un cenno della testa. Non parlava mai. Solo una volta ricordo disse: "La musica è la compagna più bella della vita". Un giorno come un altro non l'ho più visto, e così me lo sono dimenticato. Stamani, chissà come, mi è tornato alla mente mentre vagavo per quei vicoli. Confesso che mi è uscita qualche lacrima...le persone vivono, passano e se ne vanno, e talvolta di loro non resta neanche il ricordo, da tanto che la loro presenza è stata discreta. Spero tu sia in cielo, figura cara della mia infanzia, ad allietare le stelle con la tua musica...
Nessun commento:
Posta un commento