Tall Trees Grove. Redwood National Park, California |
“Venti furiosi divelsero grandi rami della sequoia millenaria, mandandoli a schiantarsi al suolo sessanta metri più sotto. La piattaforma superiore, dove vivevo, era collocata tra i rami a circa cinquantaquattro metri da terra, sei metri al di sotto della cima dell’albero, ed era completamente esposta alla tempesta. Non c’erano tegole a ripararla e nessun albero a proteggerla. Non c’era niente.
Mentre sferzavano tutt’attorno, i rami scuotevano l’incerata che mi serviva come riparo. Nevischio e grandine entravano tra i pezzi malconci che fungevano da tetto e da pareti. Ogni nuova folata scuoteva la piattaforma, minacciando di scaraventarmi oltre il bordo.
Ero atterrita. Lo ricordo ancora. Terrorizzata. (…) Lo spaventoso potere di Madre Natura mi aveva ridotto ad un’imbecille prostrata che combatteva la paura con una forchetta di carta.
Rigida per il terrore, non potevo immaginare come lo stare avvinghiata senza fiato ad una fragile piattaforma di legno fosse probabilmente la risposta alla preghiera che avevo mandato alla Creazione quel giorno sulla Lost Coast.
Avevo chiesto un consiglio su cosa fare della mia vita. Avevo chiesto uno scopo. Avevo chiesto di essere di aiuto. Ma certamente non avrei mai immaginato che la rivelazione che cercavo avrebbe contemplato l’andare a stare su un albero che rischiava di essere spezzato dalla furia della natura.
Tuttavia, abbastanza stranamente, la piega che prese la mia vita fu quella. Mentre sto scrivendo, all’età di venticinque anni, vivo da più di due anni su un’antica sequoia alta sessanta metri, collocata sulla proprietà della Pacific Lumber. Sono sopravvissuta a tempeste, minacce, solitudine e dubbi. Ho conosciuto la magnificenza e la devastazione di una foresta tra le più antiche della Terra. Vivo su un albero che si chiama Luna. Sto cercando di salvare la sua vita.
Credetemi, non era proprio quello che intendevo fare della mia vita”.
Julia Butterfly Hill e Luna |
Con queste parole ha inizio la narrazione dell’incredibile vicenda di Julia Butterfly Hill, da lei stessa esposta nel libro “La ragazza sull’albero”. Nel 1997, durante un viaggio piuttosto casuale sulla costa californiana, Julia si imbatte nei millenari boschi di sequoia, e se ne innamora subito. Vede anche lo scempio prodotto dalla deforestazione ancora in corso, e decide di impegnarsi in qualche modo per la salvaguardia di questi meravigliosi patriarchi dell’umanità. Nel giro di pochi mesi, il destino la porta a salire una prima volta, per pochi giorni, su Luna, una sequoia antichissima che vive nella Contea di Humboldt, presso la cittadina di Stafford. Luna è un albero imponente e maestoso, visibile a miglia di distanza; sorge vicino al crinale di una collina pesantemente percorsa dal taglio della foresta da parte della Pacific Lumber, la principale compagnia forestale della California, ed è lei stessa destinata ad essere abbattuta. Luna è già un albero “occupato”: salire su di un albero, e rimanervi per alcuni giorni, occupandolo, è una delle poche risorse a disposizione degli attivisti dei movimenti ambientalisti nordamericani per ritardarne il taglio, richiamando contemporaneamente l’attenzione dell’opinione pubblica.
Quando Julia, che ha già assunto il suo “nome di battaglia” Butterfly (farfalla), sale ancora su Luna, a metà dicembre del 1997, non immagina assolutamente che ne discenderà solo la bellezza di 738 giorni dopo!
“Gli alberi nella tempesta non cercano di stare diritti ed eretti. Permettono a se stessi di piegarsi e di essere battuti dai venti. Capiscono il potere del lasciarsi andare; quelle piante e quei rami che cercano con troppa forza di resistere, sono quelli che si spezzano. Ora, Julia, non è il momento di essere forte o anche tu ti spezzerai. Impara il potere degli alberi. Lasciati andare. Abbandonati. E’ il modo per riuscire a superare questa tempesta. Ed è anche il modo per superare le tempeste della vita.
(…) Su Luna i giorni buoni erano fantastici al punto che le labbra mi si aprivano al sorriso senza controllo. I giorni brutti erano talmente terribili che solo lacrime uscivano dai miei occhi e dal mio cuore: erano giornate fatte di vento forte, di pioggia, di nevischio e di ghiaccio, di motoseghe azionate in distanza, di autogrù, con il loro incessante bip-bip, che raccoglievano tronchi, di elicotteri che violavano il fianco della collina”.
Tall Trees Grove. Redwood National Park, California |
Julia ha vinto la sua battaglia. Felice e sfinita, scende dalla sua Luna.
“Luna mi ha cambiato. Vivendo su questo albero, ho ricordato come ascoltare, come sentire il mondo e la Creazione che mi parlavano. Ho ricordato come sentire la connessione e la consapevole unicità che è sepolta profondamente dentro di noi.(…) Nessuna persona, nessun affare e nessun governo ha il diritto di distruggere il dono della vita. Nessuno ha il diritto di rubare al futuro per avere oggi un rapido guadagno. Basta. E’ arrivato il momento in cui noi umani dobbiamo ritornare a vivere solo nell’interesse della Terra, invece di allontanarci dall’obbiettivo. Ed è ora di restituire parte del capitale che abbiamo già rubato.
E’ nostra responsabilità sostenere la vita che abbiamo sprezzantemente dissipato e non importa quali saranno le conseguenze. Quindi io continuerò a tenere alta la luce anche in mezzo all’oscurità totale. Continuerò a credere che l’amore è la risposta, l’amore è il potere, l’amore è la verità.
La Creazione non provoca disordine. Non funziona così: “Oh, non volevo che succedesse”. Quando sradichi una pianta dalle radici che la collegano alla terra e alla vita, la pianta muore. E lo stesso avviene quando togliamo le radici che ci mettono in connessione con l’amore della Creazione: anche noi moriamo”.
Con il nome Sequoia, si identificano in italiano due specie diverse che, pur presentando diverse similitudini e facendo parte della stessa famiglia (Taxodiaceae), sono distinte in due differenti generi: la Sequoia sempervirens, cui appartiene Luna, e la Sequoiadendron giganteum, che vive nelle montagne californiane della Sierra Nevada. La prima è chiamata negli Stati Uniti Coast Redwood, o semplicemente Redwood, la seconda Giant Sequoia, ma anche Bigtree, Sierra Redwood e Mammoth Tree. L’areale della S. sempervirens è limitato ad una stretta fascia a ridosso dell’Oceano Pacifico, compresa quasi totalmente nello stato della California (con una escursione di pochi chilometri in Oregon): essa si estende per circa 450 km in direzione nord-sud, spingendosi fino ad una trentina di km dall’oceano. In tale localizzazione la sequoia trova le condizioni ecologiche ottimali per la sua vita, in particolare una adeguata umidità del suolo durante tutto l’anno, propiziata dalle nebbie e quindi dalle precipitazioni occulte generate dall’incontro delle masse d’aria cariche di umidità, provenienti dall’Oceano, con le alte e dense chiome degli alberi. Le foreste primarie di Coast Redwood (ovvero quelle mai interessate da interventi antropici) sono formate da individui plurisecolari ed anche millenari (fino a 2.000 anni), che raggiungono e superano spesso l’impressionante altezza di 100 metri, originando, in associazione con altre specie arboree quali la douglasia, la picea di Sitka e la Tsuga heterophylla, ecosistemi particolarmente complessi e dotati di elevatissima biodiversità floristica, animale e microbiologica. Sono di questa specie gli individui che detengono il primato di altezza nel mondo vegetale: la più alta conosciuta è attualmente una sequoia che vive nel Tall Trees Grove, nel Redwood National Park, e che nel 2006 misurava 115,6 metri.
Tall Trees Grove. Redwood National Park, California |
Archivio della Library of Congress. Il taglio delle sequoie. Inizi del 1900 |
A causa delle ottime proprietà tecnologiche del suo legno, che migliorano oltretutto con l’avanzare dell’età dell’albero, e della enorme quantità di legname ritraibile da un singolo individuo, e comunque dalle utilizzazione di piccole superfici, le foreste di sequoia hanno conosciuto un intenso sfruttamento da parte dell’industria del legno sin dall’epoca della loro “scoperta”, che risale ai tempi della corsa all’oro e della colonizzazione dell’ovest degli USA, a metà del 1800. La maggior parte delle cittadine della west coast sono state edificate impiegando legname di sequoia. Già nei primi anni del ‘900, quattro donne della città di Eureka fondano la Save the Redwoods League, che continua tuttora le sue attività, finalizzate a tutelare il patrimonio delle foreste di Redwood. Nonostante oltre un secolo di serrata opposizione da parte delle popolazioni locali e nazionali, e dei movimenti ambientalisti di tutti gli Stati Uniti, in 150 anni è stata tagliata il 97% della superficie originariamente occupata dalla foresta primaria. Attualmente la sequoia trova protezione integrale, in un sistema frammentato di aree protette di vario tipo, pubbliche e private, su circa 117.000 ettari; 40.000 circa sono gli ettari occupata dalla foresta di crescita secolare, e non tutta questa superficie è stata ancora sottoposta a tutela integrale.
Nell’estate del 2009 ho avuto la fortuna ed il privilegio di camminare dentro le impressionanti foreste di Sequoia. Definirle Santuari della Natura mi appare tutt’altro che una figura retorica: al loro interno si percepisce chiaramente una tensione che lascia con il fiato sospeso, una manifestazione ancestrale del potere della Madre Terra, un flusso di vibrazioni energetiche proprie di un superorganismo. La dimensione in cui ci si trova inevitabilmente proiettati è metafisica e fortemente spirituale: siamo senza dubbio al cospetto di una di quelle porte di passaggio tra materia e spirito, tra umano e divino, tra terra e cielo, tanto care alle credenze religiose delle più antiche culture del Pianeta. La permanenza ed il recupero di queste antichissime foreste si impone non solo nell’ottica di proteggere un incredibile ecosistema, fondamentale ai fini della sopravvivenza di numerose specie, alcune oramai a rischio di estinzione, e dell’assetto idrogeologico complessivo dei territori interessati, ma anche per il dovere morale di preservare un patrimonio naturale culturale e spirituale unico ed irripetibile, ad uso e godimento delle generazioni future, e per quella parte di umanità che crede ancora nella supremazia dei valori spirituali e di amore per la Madre Terra, sopra quelli materiali ed economici.
Archivio della Library of Congress. Humboldt Sequoia, 1905 |
“Si, una persona può fare la differenza. Ciascuno di noi la fa”
Julia Butterfly Hill La Ragazza sull’Albero (Casa Editrice Corbaccio, Milano 2000, ISBN 88-7972-435-5)
E' bellissima questa storiaa :D
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