martedì 5 marzo 2013

Madonna dell'Acero



L'immagine di apertura del post ritrae ciò che resta di un glorioso e vetusto Acero Montano (Acer pseudoplatanus), che vive in prossimità della chiesetta del Santuario di Madonna dell'Acero. Il Santuario è situato sull'appennino tosco-emiliano, nella provincia di Bologna, ad una altitudine di 1.200 mslm; la località si raggiunge attraverso la rotabile che porta al comprensorio sciistico del Corno alle Scale, e dista una decina di chilometri da Lizzano in Belvedere, capoluogo del Comune.
L'albero è inserito nella lista degli Alberi Monumentali d'Italia (vedi post) nella categoria degli esemplari ritenuti di eccezionale valore storico o monumentale. Al momento di quel Censimento (1982), aveva una circonferenza di 4,75 metri ed una altezza di 10 metri; l'età non è determinabile, ma si tratta sicuramente di un esemplare plurisecolare.



Un tempo questo Acero è stata una pianta spettacolare: superava di gran lunga in altezza l'adiacente campanile, la sua chioma aveva dimensioni enormi ed era di forma perfetta, come si può apprezzare dalla immagine anteriore, riproduzione di una cartolina del 1955 (scusandomi per la bassa qualità, l'Acero è nel riquadro in alto a destra). Negli anni '70, la pianta si è ammalata gravemente di carie fungina, una malattia che fa "marcire" il legno, compromettendo stabilità e vitalità della pianta. A più riprese sono stati effettuati interventi di potatura, anche drastica, con asportazione del fusto principale, e di branche primarie, seguita da trattamenti chimici e di isolamento del legno esterno con catrame ed altre sostanze. Nonostante ciò, il declino della pianta sembra inarrestabile. Attualmente restano la parte basale del tronco, con due vecchi rami, inseriti quasi perpendicolarmente verso sud, sostenuti da una struttura di pali di legno, e che portano alcuni giovani ricacci (meno di una decina), assurgenti verso l'alto. Il modo in cui i nuovi rami sono inseriti sui vecchi rami, fa dedurre che la maggior parte del cambio (tessuto responsabile della produzione di nuovo legno) della pianta sia morto.






La fama di quest'albero, ampiamente giustificata in relazione all'età, alle dimensioni ed alla forma, è comunque in parte "usurpata" ed è legata alla storia del Santuario. La tradizione popolare racconta (l'epoca dei fatti varia con la versione, si parla di un periodo che va dal XIV al XV secolo) che due pastorelli, un maschio ed una femmina, entrambi sordomuti, vennero sorpresi da una tempesta di neve, nonostante si fosse in piena estate. I due cercarono riparo sotto la chioma di un grosso acero; in concomitanza di un fulmine, apparve la Madonna, che li restituì parola ed udito, e disse loro di volere essere venerata in quel luogo. Nel 1535 viene tagliata la chioma dell'acero, lasciando solo la parte basale del tronco, ed intorno ad esso venne costruita una cappella, nucleo iniziale del Santuario, condannando il povero Acero a morte certa. Una piccola porzione dell'albero, che contiene una immagine della Madonna, è ancora visibile sopra l'altare. L'Acero del miracolo, tristemente sacrificato, è quindi questo, e non quello all'esterno della chiesetta. Alla Madonna dell'Acero sono attribuiti diversi miracoli, ed il santuario (chiuso d'inverno) è meta di pellegrinaggio. La sua festa cade il 5 di agosto: in quell'occasione, durante la processione , è tradizione fermarsi con la Madonna ai piedi dell'Acero (quello ancora vivo!) per la rituale benedizione.




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