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Die Urlaerchen. Il "grosso" |
In prossimità del paese di Santa Gertrude, nella verdissima e stupenda Val d'Ultimo (rispettivamente St. Gertraud e Ultental in lingua tedesca, non dimentichiamo che ci troviamo in Alto Adige!), vivono tre larici (Larix decidua Miller), considerati tra gli alberi più antichi d'Italia. I tre fratelli si ergono poco lontano dal fondovalle, ad una altitudine di 1.430 mslm, risparmiati dal taglio nei secoli passati in quanto difendono il maso sottostante dal pericolo delle valanghe. Oggi sono ovviamente protetti, e quello dal fusto più grosso è uno dei 150 alberi monumentali d'Italia.
Chiamati dalle genti locali Urlaerchen, ovvero "larici dei tempi che furono", questi alberi dalle forme particolari e dalle impressionanti dimensioni, avrebbero quasi 2.100 anni, e sarebbero quindi contemporanei di Giulio Cesare. L'età attribuita deriverebbe dal conteggio degli anelli del fusto di un quarto fratello, abbattuto dal vento nel 1930. Di questo albero non restano oramai più tracce, così come non esiste alcun documento scritto che attesti quanto dichiarato. Effettivamente, appare alquanto improbabile che i tre larici abbiano veramente più di 2.000 anni (sull'argomento età degli alberi si è già disquisito nel post Storie di Alberi: gli Alberi più vecchi, i più alti, i più grandi, date un'occhiata). Ma nell'impossibilità di determinare esattamente la loro età, è giusto prestare fede alla tradizione popolare, e dare libero sfogo alla fantasia. I tre sono comunque incredibilmente vecchi, e rappresentano una notevole eccezione per la specie, che raramente presenta individui di più di 400 anni di età.
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Die Urlaerchen. Il "cavo", e sullo sfondo il "grosso" |
Gli Urlaerchen mostrano abbondantemente i segni del tempo e delle tempeste attraversate. Quello dei tre con il fusto più grosso ha una circonferenza di 8,34 metri ed un'altezza di 34,5 m, ed è anche il più vigoroso del gruppo, nonostante abbia recentemente perso la cima. Il secondo larice è il più alto della famiglia, misurando 36,5 m, con una rispettabile circonferenza di 7 metri, e presenta la parte terminale della chioma secca, a causa di un fulmine: un sistema di cavi di acciaio ancorati a terra ne garantisce la stabilità. Il terzo ha la base quasi completamente cava, e vi si può entrare comodamente in piedi e vedere il cielo in alto. Da tempo l'albero si è spezzato a circa sei metri da terra; un ramo ne ha sostituito la cima, e continua a crescere verso la luce.
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Die Urlaerchen. L' "alto" |
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Cartina stradale della Val d'Ultimo |
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