Giant Forest. Sequoia and Kings Canyon National Park. California, USA |
" Qualsiasi stupido può distruggere gli alberi. Essi non possono scappare, ed anche se potessero, sarebbero ugualmente distrutti, inseguiti e cacciati per divertimento o per ricavare un dollaro dalle loro pelli-cortecce, dai loro corni-rami, dalle loro spine dorsali-fusti. Pochi di coloro che tagliano gli alberi li piantano anche, e piantare alberi non riporta comunque la magnificenza delle nobili foreste originarie. Ci sono voluti più di tremila anni per far crescere alcuni degli alberi dell'Ovest, alberi che si ergono ancora in perfetta forma e bellezza, danzando e cantando nelle possenti foreste della Sierra. Lungo tutti i meravigliosi secoli che si sono succeduti dai tempi di Cristo, ed anche assai prima, Dio si è preso cura di questi alberi, salvandoli dalla siccità, dalle malattie, dalle valanghe, e da migliaia di tremende tempeste ed inondazioni. Ma Dio non può salvare gli alberi dagli stupidi "
John Muir
Nella loro lunga permanenza sulla Terra, le Sequoie Giganti sembrano avere sviluppato un carattere ben preciso ed originale. Timide e schive, si sono andate a nascondere nel cuore delle montagne della California, ed hanno deciso di abitare il più lontano possibile dall’uomo, riuscendoci fino alla prima metà del 19° secolo, quando con la corsa all’oro le terre californiane divennero tutt’altro che disabitate. Modeste, nonostante le enormi dimensioni, che ne fanno le creature più grandi del pianeta, quasi a scusarsi della loro invadenza sono rimaste confinate su piccolissimi lembi dello sconfinato continente nordamericano. Pazienti, hanno sopportato per millenni tremende tempeste, il freddo, la neve, i fulmini, hanno resistito alle devastazioni degli incendi. Tolleranti e socievoli, pronte a condividere lo spazio tra loro, con numerosi animali e con altri alberi, che vivono sotto la loro ala protettrice. Fiduciose, per la loro riproduzione confidano nella cooperazione di scoiattoli, insetti, ed addirittura del fuoco. Alberi eccezionali, indubbiamente, e non solo per le loro dimensioni. Le foreste più famose, come la Giant Forest od il Mariposa Grove, sono monumenti innalzati alla grandezza della Natura, luoghi magici dove l’uomo diviene davvero piccolo ed insignificante. Isolate, od in piccoli gruppi, le Sequoie uniscono la terra al cielo. Sfoggiano tronchi immensi, di forma perfettamente cilindrica per buona parte della loro altezza, e con la spessa corteccia colorata di un rosso inequivocabile. Le loro dense chiome iniziano lassù in alto, dove arrivano con fatica le punte degli abeti e dei pini che le accompagnano. Hanno la base svasata, che ricorda la zampa di un elefante. Quasi ogni vecchio albero mostra i segni della lotta millenaria contro gli elementi naturali: cime troncate e sostituite, lunghe ferite provocate dai fulmini, talora parti estese del fusto carbonizzate dagli incendi, le basi rese cave dal passaggio del fuoco. E la loro gloria non termina con la morte, perché i tronchi, caduti o rimasti in piedi, talora come monconi conficcati al suolo, restano inalterati per centinaia di anni. Se l’altra specie chiamata in italiano col nome volgare di Sequoia, ovvero la Coast Redwood (Sequoia sempervirens) spicca, nonostante la smisurata altezza, per eleganza e leggerezza, la Sequoia Gigante (Sequoiadendron giganteum) fa dell’imponenza il proprio tratto distintivo.
Giant Forest. Sequoia and Kings Canyon National Park. California, USA |
La “scoperta” delle Sequoie Giganti, e la loro rivelazione al resto del mondo, è tradizionalmente attribuita ad un tal Mr. Dowd, che nel 1852 si imbatté nei giganteschi alberi del Calavera Grove, mentre era sulle tracce di un grizzly che aveva ferito. E’ facile immaginare la reazione di coloro a cui raccontò il suo ritrovamento, gli sfottò, il poco credito, ed i commenti sulla sua sincerità di cacciatore. Pare che Dowd, per convincere qualcuno a salire in quel posto, dovette tornare al suo consueto ambito di menzogna, dilungandosi sulle dimensioni del grizzly abbattuto, grosso come non se ne era mai visti, talmente grosso da non avercela fatta a trasportarlo con i muli! Comunque sia, la notizia dell'esistenza di fantastici alberi dalle dimensioni incredibili fece rapidamente il giro del mondo sui giornali, destando notevole stupore nell’opinione pubblica. Per le Sequoie, fu la fine della pace e l’inizio di un lungo periodo di sciagure. Qualcuno pensò bene di lucrare sulla curiosità che si era generata, e già nello stesso anno della scoperta, si cominciarono ad atterrare piante, da cui ricavare sezioni, od altro, da esibire a pagamento nelle grandi città. Diverse Sequoie, spesso quelle che avevano le maggiori dimensioni, ebbero nei decenni successivi questo triste destino. Una di esse, conosciuta come “La Madre della Foresta”, che viveva nel North Calavera Grove, fu destinata ad essere esposta al Crystal Palace di Sydenham, in Inghilterra. Allestendo un apposito ponteggio, venne scortecciata fino ad una altezza di 36 metri, e la corteccia, che aveva un diametro basale di più di 9 metri, fu spedita in un unico pezzo via nave. Dopo pochi anni l’albero, privato del suo abito, morì.
La "Madre della Foresta" nel 1902, alcune decine di anni dopo il suo scortecciamento |
Il famoso "Wawona Tunnel Tree" nel 1905. Il tunnel venne scavato nel 1881. L'albero cadde nell' inverno 1968 - 1969 |